La (quasi) prima calcolatrice della storia
La (quasi )prima calcolatrice della storia è stata creata a Padova nel 1709 da Giovanni Poleni, un ragazzo di 26 anni. É stata la prima “macchina aritmetica” capace di eseguire tutte le operazioni.

Nella storia dell’automazione del calcolo, la macchina di Poleni segue cronologicamente i precedenti congegni di Pascal (1642) e Leibniz (1694), sebbene Poleni non avesse una conoscenza diretta di questi congegni. Dal punto di vista tecnico, la macchina di Poleni segna il passaggio dall’addizionatrice alla calcolatrice; la sostanziale differenza consiste nell’introduzione di un organo meccanico, detto traspositore, che consente l’automazione della moltiplicazione attraverso la memorizzazione del fattore sul numeratore, evitando la necessità della continua impostazione del numero. Già Leibniz aveva adoperato nella propria macchina un traspositore costituito da un pignone con denti di diversa lunghezza; Poleni invece elabora un traspositore formato da una ruota con numero variabile di denti, principio che verrà ripreso più avanti da altre macchine come la Brunswiga del 1892. La macchina di Poleni inoltre si differenzia dai dispositivi precedenti per il tentativo di rendere automatico anche il funzionamento: grazie al motore a peso infatti, Poleni ha limitato l’intervento umano alla sola impostazione del calcolo, lasciando alla macchina l’esecuzione del lavoro. L’originale macchina di Poleni è andata perduta, pare distrutta dallo inventore stesso: l’imperatore Carlo VI nel 1727 aveva preferito premiare la macchina calcolatrice del tedesco Anton Braun anziché la sua ( il motivo della scelta era politico: Poleni era un straniero della Serenissima, mentre Braun era suddito del Sacro romano impero). Poleni, appresa la notizia, viene colto da rabbia irrefrenabile, fece a pezzi la sua invenzione.
L’esemplare della foto sottostante è una ricostruzione basata sulla dettagliata descrizione apparsa nel volume “Miscellanea”, pubblicato da Poleni a Venezia nel 1709.
